Sciopero Ikea: “No alla deriva dello sfruttamento”

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“Ci opporremo con forza e con ogni iniziativa a disposizione a queste derive di sfruttamento”.
Giuseppe Zimmari, Segretario generale regionale della UIL Tucs, spiega così i motivi dello sciopero dei lavoratori Ikea in atto per l’intero turno lavorativo di oggi.
“L’agitazione – spiega Zimmari – segue l’iniziativa delle segreterie nazionali che avevano proclamato 16 ore di sciopero, 8 territoriali da effettuare prima del nuovo incontro con l’azienda del 12 giugno e 8 ore successive a tale incontro in caso di esito negativo. L’azienda, infatti, ha illegittimamente disdetto il contratto integrativo dopo quasi un anno di trattative di rinnovo, nonostante il contratto integrativo preveda una clausola di ultra vigenza sino all’effettivo rinnovo”.
“La disdetta – attacca ancora il Segretario della UIL Tucs – è un atto gravemente lesivo dei diritti e delle tutele dei lavoratori, che non può essere tollerato. Pensare di azzerare decenni di contrattazione integrativa è fuori da ogni logica: in questi anni i lavoratori di Ikea hanno fortemente contribuito alla crescita aziendale e noi siamo pronti ad una lotta senza quartiere a difesa di quello che hanno meritatamente guadagnato e che non si può cancellare con un colpo di spugna illegittimo, con il pretesto degli effetti di una crisi che sicuramente non sta coinvolgendo questa azienda”.
E ancora. “Già un anno fa avevamo responsabilmente congelato l’incremento delle maggiorazioni domenicali che sarebbe scattato nel 2016, portandolo al 2018, proprio per venire incontro alle esigenze aziendali. Ma non si può tirare oltre la corda. Sullo sfondo del comportamento aziendale intravediamo la più generale posizione espressa da Federdistribuzione, associazione cui aderisce Ikea, che crede di affrontare la crisi de strutturando il Ccnl e cancellando i diritti dei lavoratori, dagli scatti di anzianità alla quattordicesima”.